“ORDO AB CHAO”. LA CRISI DELL'EUROPA

 di Enrico Montermini

 
Nel pensiero marxista è contenuta l’idea della “rivoluzione permanente”: una rivoluzione che non transige con nessuna forma di dominazione di classe e non si arresta alla fase democratica, ma passa alle misure socialiste e alla guerra aperta contro la reazione esterna. Adattando il meccanismo della filosofia helegeliana (tesi-antitesi-sintesi) all’idea della lotta di classe, viene teorizzato un processo rivoluzionario in cui ogni fase è contenuta in germe nella fase precedente. Tale rivoluzione non avrebbe avuto fine fino alla completa dissoluzione dello Stato in una società senza classi, che è il fine ultimo del socialismo utopico. Nello sviluppo di questa piccola ricerca il lettore potrà constatare da solo come a distanza di un secolo questo concetto è ancora attuale.

Trotskij e il piano per la Russia

Il più famoso propagandista dell’idea della “rivoluzione permanente” fu Leon Trotskij, l’eminenza grigia che si nascondeva dietro Lenin. A suo avviso la Russia era un Paese così arretrato da non poter fare affidamento sulla democrazia come fase di passaggio dall’età feudale al comunismo. Pertanto il proletariato avrebbe dovuto compiere la rivoluzione democratica senza contare sulla guida della borghesia per poi proseguire direttamente alla rivoluzione socialista. In questo senso la rivoluzione sarebbe stata permanente o ininterrotta. Inoltre Trotskij credeva che il nuovo Stato socialista non avrebbe resistito alla pressione del mondo capitalista ostile, a meno che la rivoluzione non si fosse rapidamente sviluppata fuori dai confini della Russia. Coerentemente con queste convinzioni mobilitò l'Armata rossa e i partiti comunisti degli altri paesi in nome della “rivoluzione permanente”.
I comunisti presero brevemente il potere in Germania, in Ungheria e furono sul punto di riuscirvi anche in Italia, mentre le truppe sovietiche invadevano la Polonia e venivano fermate solo alle porte di Varsavia. Trotskij e i suoi finanziatori avevano però sottovalutato la forza delle borghesie nazionali, che guidavano la politica dei Paesi capitalistici. Quando i governi di Francia e Gran Bretagna sbarcarono truppe in Russia e armarono gli eserciti contro-rivoluzionari, il comunismo fu sul punto di essere soffocato nella culla. Lenin dovette accantonare i propositi di “rivoluzione permanente” dentro e fuori i confini dell’URSS, venendo meno agli impegni presi con i suoi sponsor. Qualche anno più tardi Stalin allontanò Trotskij dal potere e infine lo fece assassinare.
A questo punto bisognerebbe capire meglio chi erano i capi rivoluzionari e chi erano i loro finanziatori per descrivere quali interessi serviva la “rivoluzione permanente”.

Bolscevismo e talmudismo
Trotskij vedeva in Lenin i tratti psicologici propri del peggior fanatismo religioso. Nel pensiero di Lenin Il Capitale prendeva il posto delle Sacre Scritture, il materialismo dialettico della Provvidenza divina. Lenin credeva a tal punto nell'esattezza della dottrina marxista, da sacrificare la vita di milioni di esseri umani pur di metterla in pratica. In effetti Lenin, Trotskij e gli altri capi bolscevichi si consideravano investiti di una missione escatologica: guidare l'umanità oppressa alla libertà. Proprio per questo organizzarono il partito come una élite di rivoluzionari di professione, che avrebbe dovuto erigersi al di sopra le masse proletarie per guidarle al loro destino. Il modo in cui interpretarono concretamente tale missione si presta però a ulteriori riflessioni. 
I bolscevichi designarono sé stessi come la classe dirigente della nuova Russia dopo aver sterminato l’aristocrazia russa, il clero ortodosso, gli ufficiali dell’esercito e gran parte della classe media borghese. Contemporaneamente ottennero l'obbedienza delle masse contadine attraverso il terrore, imitando i metodi dei giacobini francesi. Col pretesto dell'abolizione della proprietà privata si impadronirono tutto ciò che esisteva nel Paese. Questa espressione di volontà di potenza per rapacità, per ferocia e per freddo cinismo non ha precedenti nella storia europea. Bisogna dunque ricercarne l'origine al di fuori della cultura europea e più esattamente nella dottrina del Talmud, secondo il quale il Signore ha stretto un patto esclusivo col popolo d’Israele e ha creato il resto dell'umanità per servire gli ebrei. Gli insegnamenti talmudisti trasudano odio per i cristiani e sono una continua istigazione a compiere le peggiori nefandezze contro di loro.
Nel 1917 il governo rivoluzionario era composto al 90% da ebrei. Lo stesso Lenin fosse ebreo per parte di madre. Evidentemente il retroterra culturale ebraico aveva ispirato in questi politici il pregiudizio dell'elezione divina, l'ideale messianico e un così forte spirito di sopraffazione e di vendetta, da provocare lo sgomento dell'intera civiltà europea.


Massoneria e plutocrazia

Questa breve ricerca sarebbe incompleta se non riferisse anche dei rapporti tra massoneria e bolscevismo. Il P.mo Maestro Gioele Magaldi ha confermato l’esistenza di Logge deviate, che hanno carattere transnazionale e sono composte esclusivamente da influenti uomini d’affari e politici: le Ur-Lodges. Esse si possono dividere in Logge di orientamento progressista e reazionario: Lenin era affiliato a una di queste ultime, la Loggia Joseph De Maistre. Il suo compagno d'avventure Trotskij era membro del B'nai B'rith e della Loggia rosacruciana Tre Globi di Berlino. I membri dirigenti della Rivoluzione erano quasi tutti affiliati alla massoneria. 
Sarà forse un caso, ma il progetto di “rivoluzione permanente” si sposa perfettamente al motto massonico "Ordo ab Chao". Queste parole sintetizzano il concetto che solo dalla distruzione dell'ordine sociale esistente può sorgere il nuovo ordine ispirato agli ideali massonici. Dalla massoneria i bolscevichi adottarono per il loro partito l'ossessione per la segretezza e la struttura gerarchica piramidale.
Parliamo ora dei finanziatori della Rivoluzione. Già nel 1905 il ministro degli esteri russo De Witte fu informato dell'approssimarsi di una rivoluzione, che avrebbe abbattuto lo zar e instaurato una repubblica per mezzo della quale gli ebrei russi avrebbero ottenuto i diritti politici. L'ambasciatore della terribile profezia era Jakob Schiff: Gran Tesoriere del B’nai B’rith e socio della Khun, Loeb & Co. Bank. Egli era entrato in società col banchiere Salomon Loeb dopo aver sposato una delle sue figlie, Teresa. Un'altra figlia del vecchio Loeb, di nome Nina, era andata in sposa a Paul Warburg, che era a capo della Federal Reserve. Il fratello minore di quest'ultimo, Felix Warburg, anch’egli banchiere a Wall Street, sposò Frieda, la figlia di Jakob Schiff. Il più vecchio dei tre fratelli Warburg si chiamava Max e guidava la banca M. M. Warburg & Co. di Amburgo: durante la prima guerra mondiale il Kaiser lo mise a capo del servizio segreto tedesco, che poi organizzò il colpo di stato dei bolscevichi. 

Da Trotskij a Kalergi: il cambio di rotta

L’idea di “rivoluzione permanente” fu al centro del pensiero trotskista a partire dal 1905, esposto in una serie di saggi e articoli raccolti nel libro Bilanci e prospettive. Studi recenti hanno suggerito che questa linea d’azione sia stata imposta a Trotskij da un potente uomo d’affari israelita legato a doppio filo al mondo della finanza e ai servizi segreti di diversi Paesi. Il suo nome è Alexander Israel Helphand, meglio noto con il soprannome di Parvus. Questi fu uno dei promotori e finanziatori della Rivoluzione d’Ottobre. Poi, per qualche strana ragione, dettata più probabilmente da motivi d’affari che da un’improbabile ravvedimento morale, Parvus passò a organizzare l’opposizione del grande capitale – o almeno di una sua parte – all’Unione Sovietica.
È interessante notare che costui, già negli anni Venti, si lasciò conquistare dalle idee del conte Kalergi, fino al punto di affermare che << ci sono due possibilità soltanto: o l’unificazione dell’Europa occidentale o il dominio della Russia. Tutto il gioco degli stati cuscinetto finirà con la loro annessione da parte della Russia, a meno che non si uniscano con un’Europa centrale in una comunità economica capace di costituire un contrappeso alla Russia >>.


Kalergi e il piano per l'Europa

Il conte Kalergi era stato iniziato nella Loggia Humanitas di Vienna nel 1921. Per il suo movimento, chiamato la Paneuropa, adottò un logo che si richiamava al simbolo dei rosacruciani. Egli ricevette il sostegno economico dei Warburg, dei Rothschild e della CIA. Kalergi è considerato il padre morale dell'Unione Europea.
Il progetto di una grande federazione europea ha condannato gli stati a una lenta asfissia. Le legislazioni nazionali cadono una dopo l'altra, spianando la strada al dominio incontrastato del grande capitale e alla trasformazione dei cittadini in semplici consumatori privi di diritti politici. Va imponendosi il modello di un governo europeo retto da tecnocrati non eletti, ma selezionati da Goldman Sachs: in questo Mario Monti e Mario Draghi non appaiono molto diversi da Lenin e Trotskij.
Le analogie tra il regime comunista in Russia e il sistema neoliberista dell'Europa di oggi sono impressionanti. Nel primo esempio la negazione del diritto di proprietà rendeva assoluto il valore del possesso, che i tecnocrati bolscevichi esercitavano in nome dello Stato, ma di fatto nell'interesse di poche grandi famiglie di plutocrati americani che in segreto facevano affari con la Russia.
Prendiamo ora il caso dell'Unione Europea: qui per effetto della privatizzazione delle banche centrali la proprietà della moneta è nelle mani dei grandi banchieri usurai e i tecnocrati non fanno che amministrare il debito contratto dai popoli attraverso il signoraggio. Dovendo ricorrere al mercato per finanziarsi, i governi europei hanno iniziato a liquidare a prezzo di saldo le industrie di stato, le partecipazioni bancarie, le società di servizi nazionalizzate, il patrimonio immobiliare pubblico. Così le immense ricchezze investite dagli stati nazionali negli ultimi centocinquant'anni vengono lentamente espropriate nel nome del libero mercato, secondo le raccomandazioni dei tecnocrati di Bruxelles e nell'interesse del grande capitale: lo stesso soggetto che cent'anni fa aveva finanziato la Rivoluzione dei tecnocrati ebrei in Russia.
Di tutto questo i popoli non hanno mai avuto che un vago sentore, perché l'informazione è manipolata in mille modi: in questo campo l'unica differenza sta nel fatto che la propaganda dei Paesi pseudo-democratici è assai più raffinata e subdola della grossolana propaganda sovietica.


La “rivoluzione permanente” oggi

Secondo il rabbino Stephen Wise, che fu Gran Maestro del Rito Scozzese Antico e Accettato, la massoneria ha adottato dall'ebraismo le allegorie, le parole di passo e i riti. Il massone, quindi, sarebbe un ebreo di "adozione". Questo spiega perché i servizi della massoneria siano tanto richiesti - e ben remunerati - dal mondo dell'alta finanza. Non a caso uno dei più influenti promotori del processo di integrazione europea in tempi recenti è stato Mario Monti, che è affiliato alla United Grand Lodge of England e alla ancora più segreta super-Loggia Babel Tower. Egli è anche il capo per l’Europa del Bildenberg Group, che è uno dei principali organizzatori del progetto di Nuovo Ordine Mondiale. Il "fratello" Monti in passato è stato pure consigliere di Goldman Saks. A lui dobbiamo la più aggiornata definizione di “rivoluzione permanente”: 
<< Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi – e di gravi crisi! – per andare avanti… I passi in avanti sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionale a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi visibile in atto, conclamata… Abbiamo bisogno delle crisi per fare passi avanti, ma quando la crisi sparisce rimane un sedimento, perché si sono messi in moto istituzioni, leggi, eccetera, per cui non è pienamente reversibile >>.
Se il "fratello" Lenin sosteneva il progetto trotskista di un ciclo infinito di guerre e rivoluzioni per arrivare alla dissoluzione dello Stato nella società, il "fratello" Monti parla di un ciclo ininterrotto di crisi economiche per arrivare allo stesso risultato. Oggi non c'è bisogno di usare le armi: bastano le politiche rigoriste promosse della Commissione Europea, di cui Monti è stato l'eminenza grigia per molti anni, e della Banca Centrale Europea, di cui Mario Draghi è tuttora il presidente. Il "fratello" Draghi, che è una sorta di dittatore economico dell'Europa, ha addirittura cinque affiliazioni massoniche: alla Loggia Edmund Burke, alla Pan-Europa, alla Compass Star-Rose/Rosa-Stella Ventorum, alla Three Eyes e alla Der Ring. Quasi tutti i più importanti leader europei sono legati a queste super-Logge transnazionali.




L'invasione

Non sono solo le crisi finanziarie a destabilizzare l’Europa, ma anche l’immigrazione selvaggia. È la Open Society Foundation del banchiere israelita George Soros a fungere da collettore di finanziamenti di dubbia origine per centinaia di ONG impegnate nella tratta dei migranti. Secondo i servizi segreti austriaci dietro questa fondazione ci sarebbero i capitali di Wall Street e il Dipartimento di Stato americano. Siamo quindi al cospetto di un nuovo Parvus.
Ma se l’invasione dell’Europa è il “Chaos”, a quale “Ordine” esso sarebbe funzionale? Ribaltando il pensiero marxista, il "fratello" Kalergi sosteneva che la democrazia era una forma temporanea di egualitarismo che si collocava storicamente a cavallo di due epoche aristocratiche. L’aristocrazia della nuova Europa sarebbe stata quella delle famiglie dei banchieri ebrei, che sovvenzionavano il suo lavoro e con le quali si sarebbero uniti i rampolli delle famiglie nobiliari europee attraverso matrimoni combinati. Invece la gente comune si sarebbe mischiata con le genti dell’Africa e dell’Asia, producendo un meticciato diffuso, una massa di individui privi di radici che era garanzia di sicura sottomissione alla nuova aristocrazia.
L'estinzione dei popoli europei rimane al centro del nuovo progetto di dominio della razza ebraica in Europa. Un piano che l’organizzazione sionista Paideia sintetizza oggi in questi termini: attraverso l’immigrazione l’Europa deve diventare una società multiculturale e gli ebrei devono assumere la leadership di questa trasformazione.
Il generale americano Wesley Clark è ancora più esplicito: << non c’è alcun posto nella Europa moderna per stati etnicamente puri. È un’idea del 19mo secolo e stiamo tentando la transizione al ventunesimo secolo, e lo faremo attraverso gli stati multi-etnici >>.

Il destino dell'Europa

La "rivoluzione permanente" annunciata da Trotskij dopo cento anni è ancora in pieno svolgimento. Essa non si arresterà fino alla completa distruzione delle radici cristiane della società europea e al soggiogamento totale dei gentili alla razza ebraica, come predetto nel Talmud.
Se questo non accadrà, le nazioni d'Europa potrebbero cadere vittime del nazionalismo russo o della jiahad islamica.
Il vero dramma dei popoli europei e di tutto l'Occidente è quello di trovarsi in mezzo a una guerra religiosa e culturale tra identità forti e di aver scelto la neutralità. Si tratta di una linea di condotta suicida, perché la Storia insegna che i popoli neutrali alla fine sono diventati bottino di guerra per i vincitori. Obbedendo supinamente ai tecnocrati di Bruxelles gli europei stanno rinunciando alle proprie identità nazionali invece che difenderle: arriverà il giorno in cui saranno assimilati dai conquistatori stranieri e posti in posizione subordinata nella nuova società che questi imporranno.
E mentre noi stiamo qui a discutere, il cancro trozkista continua a divorare l'anima del popolo italiano.

Enrico Montermini 20.11.2



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Commenti

  1. Montermini provi vedere nei film sangue pornografia soldi vendetta ,sangue furti rapine anche I vari eredita il montepremi I pacchi tutti incentrati sul dio denaro il vitello d'oro ...capisce? Capisce chi c'e'dietro a tutto e da un po! Lei e'piu intelligence di me avra'/ Capito senz'altro ora sta a lei

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